Astolfo non vuole tornare – Pt 6

Se Rodomonte temeva di non sopravvivere ai secoli, re Carlo era di ben altro avviso: era certo che il suo nome non sarebbe passato innosservato non solo negli anni, ma persino nei secoli a venire. Non che avesse tutti i torti, certo, ma se in quel momento si fosse trovato assieme ad Astolfo sulla luna, avrebbe cambiato ben presto la sua idea.

Con il consueto rumore metallico, Astolfo aveva abbandonato il cratere di Rodomonte, per innoltrarsi in un’altra zona della luna. Quello che vide era di certo indementicabile. Si tratta di una distesa immensa, i proporzione alla superficie lunare, di edifici dall’aria vissuta, ma imponente, statue, palazzi, marmi e statue di metallo, persino d’oro. Anche qui Astolfo incontrò delle anime, ancora più trasparenti e intangibili di quelle del vecchio.

“Il mio regno, il mio regno sopravviverà i secoli, sopravviverà me”.

L’ombra era di certo imponente, ma vacua e con una corona che stava leggermente storta sul capo.

“Il mio regno conquisterà il mondo” aggiunse un altro spirito.

Ma dietro di loro c’era solo rovina e polvere, che ricordavano una grandezza, ormai perduta, però, nelle pieghe del tempo.

“Chi lo avrebbe detto? Anche gli imperi verranno dimenticati, si sbricioleranno. Vale la pena perderci la vita, Astolfo?”

Era ancora la voce corporea.

“Chi sei? Fatti vedere!”

Nessuno si fece vedere, ma si chiese se, un giorno, anche re Carlo e il suo impero sarebbero mai saliti sulla luna.

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