C’era una stanza abbandonata in un enorme edificio in cui erano stati nascosti oggetti di ogni sorta dimenticati da anni di disattenzioni e di piccole vendette. Foto di persone che vivano solo sulla carta, telefoni che non ricevevano più chiamate, ombrelli, piccoli gioielli. E persino un’armonica, qualche libro, giochi di bambini e lettere che parlavano di amori, di debiti e di ricatti.
L’uomo dimentica tutto, non sempre volontariamente, ma spesso con la consapevolezza che dimenticare permette di respirare. La stanza era semplicemente un deposito di cianfrusaglie che un tempo erano state nelle mani calde di vita. Ora giacevano in un cimitero di ricordi.
In questa desolazione, però, c’era della vita. Nel sostrato di morte e corruzione affondavano delle radici fragili, sottili, nelle quali scorreva prepotente una vita flebile che con grazia e tenacia si inerpicava su cumuli scuri per raggiungere un raggio ramingo di sole.
beh… auguri!
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Grazie!
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Brava brava, pesciolina! 🙂
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Grazie grazie 😊
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Molto coinvolgente: amo questi luoghi di ricordi e abbandoni.🌻
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Hanno un certo fascino. Grazie!
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