“Un mio amico si è fatto chilometri con un deltaplano preso in prestito, e con il carico legato che penzolava al di sotto. E lo ha pure perso”.
Sia specificato per chi non conoscesse l’individuo che ha pronunciato queste parole: la rosa di amici che vantava era decisamente nutrita e tutti gli appartenenti erano protagonisti di mirabolanti imprese. E Luca era arrivato al limite della sopportazione. Va bene essere affetto da megalomania spinta, ma che riversasse tutte queste fandonie su qualcun altro. Ormai aveva smesso di credere alle favole un bel po’ di tempo prima.
Non erano nemmeno racconti piacevoli da sentire: tono troppo pomposo e una voce nasale che faceva sorgere a Luca il desiderio di una palpebra da orecchio, da abbassare in caso di suoni sgradevoli.
Luca quella sera era arrivato proprio al limite. Magari era stata la mancanza di sonno per la nottata travagliata, o magari una stanchezza generalizzata, o il fatto che il gradito ospite dimostrasse nei suoi confronti una sufficienza tale da farlo sentire sempre inadatto; per un qualche motivo, comunque, quella sera Luca non rimase inattivo. Rimase in silenzio, come era solito fare quando qualcosa non andava, ma effettivamente avvenne qualcosa di impensabile.
“E poi il mio capo mi disse: se te ne vai, mi arrabbio e ti vengo a cercare. Per fortuna mi ador…”
La frase venne interrotta da Luca, che già da qualche minuto stava fissando cin interesse un sottopentola di ghisa particolarmente pesante. L’attimo dopo, Luca si ritrovò con quell’oggetto in mano, alzato per metà dalla sedia, e si scagliò con una forza che non pensava di avere sulla faccia dell’oratore.
“Luca!” Esclamò Anna, la sua ragazza nonché sorella della vittima. Luca la guardò con occhi offuscati.
“Luca? Tutto bene? Potresti passarmi l’insalata?”
Insalata? Guardò a destra: il sottopentola era là, pesante, nero, senza tracce di sangue.
“Non si fanno prigionieri qui!” diceva intanto il gradasso mentre svuotava la terrina di insalata.
“Troppo tardi, Anna” fece notare Luca. “Sei strano: ti sei isolato” notò lei. “Meglio così, credimi”. Ma le mani ancora chiedevano di potersi avventare su quel garrulo fanfarone.
Lo capisco benissimo 😅😁
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😂😂
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