Vista da fuori la casa non prometteva nulla di buona. Una volta entrati, l’opinione non poteva che peggiorare, e l’inquilina era in sintonia con quell’atmosfera, come se fosse un complemento d’arredo di quelle tetre stanze. Quella vecchia aveva tutto l’aspetto di una strega, e forse lo era: di quei tempi stranezza e stregoneria venivano spesso confuse. La casa si trovava nel cuore della città, ma di urbano non aveva nulla, a partire dalle coinquiline che dimoravano nella cucina: sei galline ben pasciute, che svolazzavano con la fierezza delle padrone di casa, posandosi ora sul tavolo, ora sul ripiano della cucina, e raramente sui propri giacigli che si trovavano vicino alla credenza. Dall’odore, però, sembrava che in quelle stanze dimorasse anche qualche altro animale, magari passato a miglior vita da qualche giorno. Tra piume e paglia si potevano intravvedere dei quadernini minuscoli, in cui la vecchia annotava con mano incerta guadagni e spese, un lapis consunto, una lanterna a olio incrostata e spenta.
Le altre stanze non se la passavano meglio. Davanti alla cucina si apriva un salotto di infime dimensioni, con una sola finestra perennemente chiuse che lasciava filtrare una luce offuscata dallo strato di sporcizia dei vetri. Gli unici mobili rintracciabili erano una sedia, un tavolinetto su cui poggiava il telefono non funzionante, dal momento che in quella casa non c’era elettricità, una poltrona sfondata decorata con quello che sembrava un motivo floreale, e una sedia a dondolo che aveva visto giorni migliori.
Era proprio su questa sedia che avreste trovato lei, la padrona di casa. A vederla, sembrava essere la settima gallina in quelle stanze, magra e rugosa, con le palpebre cascanti e il collo scarnificato. Sarebbe sembrata una mummia, se non fosse stato per gli occhi che rilucevano neri, ma scintillanti come dei tizzoni ardenti nella penombra della sala. Le labbra sottili si perdevano nella voragine senza denti della bocca, tirandosi in un ghigno sinistro. Al di sotto del groviglio scomposto e sudicio dei capelli, si intravvedeva un solo orecchino di perla, a destra, invece, il lobo pendeva diviso in due lembi.