Da solo – Giorno 8

Prima di ripartire, permettetemi una riflessione. Non riesco proprio a capacitarmi del motivo per cui Clara e nonna tornino a perseguitarmi. Certo, avrete notato che nessuna delle due mi ammiri più di tanto. Clara lo ha dimostrato con i fatti, talvolta con le parole. All’inizio penso che fosse attratta proprio dal mio essere senza difese, una preda che proprio non riesce a diventare un predatore, nemmeno davanti a pericoli mortali. E nonna, come mamma, è stata delusa da qualche mia decisione: avrebbe voluto un leone, e si è trovato con una gazzella.

E ritorniamo nello zoo. Prima di perdermi nell’intrico degli animali e ricevere un altro agguato, meglio che parta per scoprire come poter sopravvivere a questa maledizione.

Finalmente è arrivata la sera, senza altri particolari incontri. D’altronde chi altro potrebbe apparirmi? Mio padre non ne sarebbe capace, come me non è capace di mostrare altre facce che non sia la quella che ci ha riservato madre natura. E di amici, non è che ne abbia molti. Forse potrebbe apparirmi il mio capo: visto che non sono riuscito a portar ea termine il viaggio di lavoro, probabilmente si presenterebbe come un coccodrillo pronto a staccarmi la testa.

A proposito, sto ancora cercando di ricostruire i fatti. Mentre stavo camminando tra i cespugli, mi è balenato un ricordo, forse il più recente rispetto a questa stramba avventura. Anche in questo caso ero perso, proprio come ora, anche se non in un bosco. Perso perché Clara non era con me a sostenermi, perché il viaggio di lavoro si sarebbe concluso con un cliente da conquistare, a cui il capo teneva particolarmente e perché, se avessi fallito, sarei rimasto senza lavoro. Un lavoro che, oltre tutto, odiavo.

Per questo avevo deciso di fare una pausa durante il viaggio. Altro problema: non ho la minima idea di dove io mi sia fermato.

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Da solo – Giorno 7

È ufficiale: sto impazzendo. A parte che questa storia degli animali deve smettere: meglio tornare a rivolgersi a un pubblico silente e senza volto, senza forma, e, soprattutto, senza pelo, artigli, ali e zampette. Senza offesa, ovvio, ma i miei lettori sono molto più discreti. Magari è questa strana pianta che sparge attorno spore venefiche. O quest’erba così strana. Non ho mai visto piante del genere.

In ogni caso, lasciando la botanica a parte, ho alcuni aggiornamenti per voi.

Dalla comparsa della lucciola parlante sono passati un po’ di giorni. Scusatemi, ma non avevo voglia di avere interazioni, per quanto fittizie, con alcun essere vivente. Ho continuato, però, il mio viaggio, mi sono inoltrato tra gli alberi, e ho finalmente scovato la fonte del gorgoglio. Si tratta di un fiumiciattolo che si snoda con un percorso piuttosto tortuoso tra le radici della vegetazione. Non avendo particolari programmi per il futuro, ho deciso di seguirlo, per vedere la risorgiva. Magari riesco a capire meglio cosa sia questo posto, se un’isola, un continente, un’allucinazione.

L’acqua non è più un problema, quindi. Il cibo rimane una questione da risolvere. Nel fiume sguazza qualche pesce, ma non ho né i mezzi né le capacità per pescarlo. A mani nude non se ne parla, costruire una canna da pesca mi sembra altrettanto surreale. Mai fatto una cosa del genere, sono un uomo di appartamento, poco avvezzo al tema sopravvivenza. Ho visto degli animaletti aggirarsi, probabilmente dei roditori, ma sono più scaltri e più veloci di me, quindi nulla da fare.

Magari devo solo aspettare di avere più fame: a quel punto le mani comanderanno meglio del cervello.

Il mondo di Flavio

Ormai sono passati anni da quando riuscivo a saltare con agilità. Non che sia mai stato un saltatore provetto, mia sorella mi ha sempre superato in questa disciplina. Io mi limitavo a dei balzi, non perché mi mancasse la forza, ma per la mia costituzione: ho il corpo lungo, che mi intralcia quando devo raggiungere qualche cosa.

Ma anche quei giorni sono lontani. Ora sento il fiato che si fa pesante a ogni passo. Ammetto di aver messo sulla pancia qualche chiletto di troppo. Fortuna che mia sorella ha la vista difettosa, perché se vedesse il mio fisico mi riempirebbe di ingiurie e anche di graffi. E non potrei nemmeno difendermi, non sarebbe onorevole.

Sento che il momento in cui abbandonerò questo vasto mondo si sta avvicinando, ma non sono triste. Ho esplorato regni e ne ho conosciuto gli abitanti e poi mi sono scelto il mio luogo di riposo. Ho persino due servitori che si preoccupano della mia salute e che provvedono a soddisfare ogni mia necessità.

Non lo sapete, ma nella terra qui vicino c’è uno scrigno pieno di ricchezze e golosità. Più di una volta sono andato ad attingere a questa fonte della prosperità, ma ora invio i miei messi. Quel paese ha una temperatura troppo rigida in inverno e troppo calda in estate. Il mio regno è, invece, vasto e sempre fresco grazie alle correnti e, soprattutto, morbido. Mia sorella preferisce rimanere nella contea vicina, occupata da alti alberi frondosi, e colmo di nascondigli. È convinta fin dalla giovane età che qualcuno abbia mandato dei sicari per ucciderla. Chiunque sia, non ha pagato abbastanza questi assassini, perché gironzola ancora in piena salute, forse anche lei un po’ appesantita.

Talvolta mi sono spinto nel regno proibito, una liscia distesa di terra luccicante, ma non ho mai avuto tempo per capire quali ricchezze nascondesse: un esercito era sempre pronto a ricacciarmi indietro. Solo una volta ho affrontato un mostro, il mostro Rotolante, che si autorigenerava a ogni colpo. Ma anche a questo sono sopravvissuto.

Da quando, però, il mio istinto di esplorazione si è sopito, mi piace cercare il sole, davanti alla Grande Lastra Trasparente. Le vibrisse fremono di piacere al tocco tiepido della luce.

Ora che ci penso, questo mondo sconfinato non è poi così pericoloso come me lo immaginavo quando ancora inciampavo sulla mia coda.