Manca poco

Ormai mancava davvero poco per raggiungere la perfezione. Bastava approntare qualche miglioria, limare le ultime sbavature, e il capolavoro sarebbe stato ultimato. La fatica di una vita finalmente avrebbe dimostrato a tutti la sua grandiosità.

Tutto era nato da un desiderio, il desiderio di cambiare la propria testa. Era ormai diventata un labirinto colmo di stanze oscure e senza senso, corridoi che si bloccavano improvvisamente, intrichi di passaggi che non portavano da nessuna parte. La soluzione era, ovviamente, cambiare la parte avariata.

Aveva pertanto deciso di cambiare la testa. L’inventore era un meccanico, e se c’era una materia in cui eccelleva, quella era sicuramente la riparazione. Ideò, quindi, una testa perfetta, per nulla complessa, limpida come l’acqua di una pura fonte. Addio ai mal di capo. Addio alla confusione e allo smarrimento, alla tristezza e allo scoramento. Era giunta l’ora del cambiamento.

E, per l’appunto, mancava poco, pochissimo. Bastava rimuovere la testa precedente. Poi un meccanismo avrebbe unito in automatico la nuova testa, in modo da ovviare al problema di un corpo cieco.

Era giunto il momento: mise il capo sotto la lama, prese la corda con le mano, e, con uno sospiro, tirò.

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