Lentamente e con costanza lavora silenziosa per spezzare e consumare il ferro. È un lavorio che non ha mai fine, e ricopre il freddo e scuro cuore con un manto rosso come il sangue.
Non teme il tempo la ruggine. Non ha fretta, come se sapesse che, prima o poi, riuscirà a portare a termine il suo compito. E allora questa magnifica struttura, fatta di scale e di stanze, di aperture e di sbarramenti, crollerà in una nuvola amaranto che mostrerà la debolezza di un gigante che non aveva tenuto conto di un piccolo particolare. La pazienza.
E mentre il gigante scricchiolerà piegandosi verso la terra, la ruggine correrà sempre più in alto, fino a raggiungere vette impensabili. Da lassù guarderà il mondo, i detriti rosseggianti a causa del suo passaggio, il ciclo infinito per cui a ogni distruzione seguirà sempre una nuova rinascita.