Sassi

Da piccolo collezionava sassi, sopratutto se erano bianchi, candidi, levigati. Era convinto che fossero lo scheletro del mondo, le ossa della terra, i denti del suolo. Per questi li teneva in una scatola, come se fossero più preziosi dell’oro.

Con gli anni questo suo interesse si affievolì. Finché, un giorno, prese le scatole, fece una fossa, e restituì alla terrai suoi frammenti. Stava creando un ossario della terra, stava ridando al ventre umido del suolo ciò che gli aveva sottratto.

Ancora oggi, da adulto, quelle pietre bianche lo affascinano. Se le trova, non può fare a meno di soppesarle fra le mani. E se chiude gli occhi può sentire le vene dei fiumi che portano vita liquida, il respiro profondo dei boschi, il brontolio minaccioso del ventre, i colpi ritmati del cuore del mondo.

La terra era viva.

10 pensieri su “Sassi

  1. da piccola le estati le trascorrevo in montagna, mi era facile passare ore vicino ai torrenti; anch’io avevo l’abitudine di raccogliere sassi, quelli più tondi e levigati, ma non li collezionavo, li trattenevo per un po’ per disegnare geometrie poi li rendevo alla natura.

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