Edera

Si dice che la pianta a cui si aggrappa l’edera, sia destinata a morire. L’edera è un parassita, che si nutre a spese di altre creature. Affonda le sue radici sottili e forti tra le cavità della corteccia e non se va più. Con il tempo diventa un glorioso sudario verdeggiante, un pesante mantello gettato sulle spalle di un re ormai stanco e piegato dagli anni.

La chiamavano così, Edera. Qualunque cosa toccasse, era destinata a perire. Dicevano che portasse male. I suoi genitori era morti, lei per malattia, lui in un incidente. Suo marito era vivo, certo, ma sembrava che la sua anima fosse stata uccisa ed erano molti i mesi in cui non di faceva vedere a casa. Non aveva figli, ma ne aveva avuti, per pochi minuti.

Edera, la chiamavano. E facevano di tutto per evitarla. Incarnava le paure di tutti.

Un giorno si fermò a osservare una torre dimenticata dal tempo. Il suo grigiume era nascosto da un tappeto di rampicante che aveva conquistato le vette più alte di quel rudere. Era riuscita a sopravvivere anche fra le rocce sterili.

Non abbiate paura di Edera. È riuscita a sopravvivere anche in un deserto di dolore.

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