Per una volta

Per una volta avrebbe voluto non pensare. Sarebbe diventato infine dimentico della parola problema e degli assilli quotidiani. Si sarebbe liberato per pochi attimi dei tafani della preoccupazione e della necessità.

E allora, in quel momento, sarebbe diventato sordo e cieco. Sordo alle urla e ai lamenti, alle sue stesse urla colme di ira e di rancore. Cieco davanti alla misera e alla perdita. Del tutto avvulso da un mondo che non capiva, in cui faticava e arrancava.

Per una volta non si sarebbe chiesto come fosse arrivato a quel punto. La scala che aveva costruito aveva cambiato direzione e si era sgretolata, scalino dopo scalino, pietra dopo pietra. L’ascesa era diventata una caduta rovinosa.

Per una volta voleva semplicemente respirare.

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