Drammi

Odio i drammi. In particolare i melodrammi. Sentimenti spinti all’estremo perdono il loro contatto con il mondo reale, per diventare pura finzione che ha il fine di commuovere. Ma il sentimento senza reale, senza carne, è come una macchinina da corsa che ha perso il filo metallico che la collega alla pista. Un pezzo di plastica senza nessun valore, statico e inutile.

Film e libri si rifugiano in questo gusto per la tragedia. Relazioni contorte come un olivo, complicate e tortuose riempiono minuti interi, si trascinano per pagine e pagine, e infine scoppiano come bolle di sapone.

Odio i drammi e le loro urla. Odio i visi contorti senza lacrime. E non sopporto gli emuli, che come attori provetti innondano di grida e di pianti un evento del tutto comune.

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