Fame

Aveva fame. Una terribile fame. Avrebbe ingoiato mille portate e mille dolci. In effetti, sarebbe stato capace persino di ingurgitare il mondo intero. No, che dico? L’universo, il cosmo sarebbero stati facili prede delle sue immense fauci fameliche.

Come sopire quel fremito, come ridurre quell’ingorda voglia di cibo, di sazietà? Le leggi gli vietavano di banchettare con le sue stesse creature. Lui, il fuoco eterno, il tutto e il nulla, il drago creature, il soffio vivifico voleva trasformarsi in forza distruttrice. Sarebbe bastato così poco. Un colpo di coda. Un battito d’ali. Un respiro incontrollato. Tutte quelle creature sarebbero state spazzate via, in pochi, drammatici attimi.

Doveva trattenersi. Le spire nere come la pece dovevano continuare a svolgersi attorno a quel delicato equilibrio. Non era ancora giunta l’ora per gli astri e i pianeti. Il grande drago celeste doveva recitare ancora il ruolo del guardiano. Ma non mancava molto. Il grande tradimento era alle porte.

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