Armonia

C’è un angolo del regno, non lontano dalla città di ossa e rovina, Osteia, a ridosso del grande monte del nord, che ospita uno strano insediamento, conosciuto con il nome di Armonia. Un piccolo punto segnato sulle mappe proprio alle pendici del monte. E non era un caso, perché strane correnti si formavano in quel luogo. Non erano venti maligni o violenti, ma avevano una capacità rara di cantare. Armonia era la città della musica.

Non si trattava della musica artificiale, che peccava di imperfezione e talvolta di vanagloria, ma della voce della natura, che si incanalava, svoltava gorgheggiando, per poi serpeggiare nella valle con una grazia che nulla ha di umano. Proprio in quel punto in cui il mondo faceva sentire la sua voce più gentile, l’Ordine aveva ordinato la costruzione di una piccola città, in cui poter godere di una brezza colma di voci gentili. Non aveva mura, per non frenare i venti, e neppure case; costruzioni e strade erano disposti in modo da non bloccare il fluire del fiato della montagna. Tutte le stanze, le vie, i saloni e le piazzi erano colmi di canto. Non c’erano momenti in cui piombasse il silenzio, non c’erano attimi di vuoto. Al massimo il gorgoglio poteva mutare o trovare una variante, ma non smetteva mai di farsi sentire.

A essere silenziosi erano, invece, i pochi abitanti di Armonia, che potevano comunicare solo per iscritto, così da non turbare in nessun modo quella musica. L’unica voce ammessa era quella della natura, gli uomini potevano solo ascoltare. Forse per questa particolarità era nata una leggenda su una giovane fanciulla, forse una figlia di un qualche eminente dell’Ordine, che si era persa tra quelle valli fuggendo alle bramosie di un qualche giovanotto. La giovane si era inerpicata per raggiungere il limite estremo, che non poteva essere varcato per nessun motivo, e là aveva vagato cantando nella speranza che qualcuno venisse in suo soccorso. Ma nessuno era accorso, lasciandola al suo destino. Secondo un’altra versione, qualcuno era andata effettivamente a soccorrerla, ma poiché la giovane aveva violato l’ordine di non superare il limite del regno, era stata giustiziata. In entrambe le versioni, ad Armonia era un lamento di morte quello che si poteva ascoltare.

I villaggi vicini si chiedevano il motivo dell’esistenza di una tale città: non aveva alcuna utilità visibile. Eppure era una delle città che più sembrano destare l’interesse dell’Ordine, che periodicamente mandava truppe e uomini per controllare che la regola del silenzio venisse mantenuta. O per tenere sotto controllo la porta che conduceva fuori dal regno.

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