Voce del verbo pianificare

Negli ultimi tempi il tema della pianificazione è entrato a gamba tesa nella mia vita. Non penso di essere del tutto priva di capacità quando si tratta di pianificare, soprattutto quando si parla di lavoro: riesco sempre, bene o male, a rispettare i tempi e a consegnare quanto richiesto con un dignitoso anticipo. Per il resto della vita, però, la mia pianificazione è scheletrica, nel senso che mi limito a organizzare i compiti principali, o quelli più noiosi, lasciando il resto a variabili quali voglia, fantasia, e anche, perché no, al caso.

Un po’ di giorni fa, mi è stato suggerito di pianificare ogni singola ora della mia giornata, dall’alba al tramonto; in poche parole, mi hanno suggerito di dare il ben servito al caso, alla nostra cara Tuke.

Non saprei dire cosa mi abbia più infastidito, l’ammettere che la mia vita è un po’ disordinata e non al massimo dell’efficienza, o il sentirmi ridotta a una semplice macchina. Non metto in dubbio che si risparmierebbe tempo, che si ridurrebbe al minimo il pericolo di procrastinare, ma sarebbe tutto così noiso e prevedibile.

Eppure la Tuke non può essere messa da parte, è variabile e volubile, con una forza tale da poter scardinare qualsiasi pianificazione, qualsiasi tentativo di ricondurre tutto a caselle, pianificazioni.

La Tuke è libera, le griglie sono fatte di sbarre, esattamente come le prigioni.

18 pensieri su “Voce del verbo pianificare

Lascia un commento