Non conosco la luce del sole, ma il fuoco che mi brucia la pelle proviene dal ventre della terra. Non so quanto possa far male il disco sospeso nel cielo, Helios lo governa con un carro, ma il cuore ardente del mondo può essere distruttivo. L’ho addomesticato, certo, ma solo perché sono un dio, un titano che non può ricevere comandi e che nell’oscurità sotterranea ha trovato un rifugio e un’arte.
Sono il dio fabbro, nessun metallo ha segreti per me. Riesco a realizzare reti così sottili che nemmeno un immortale riuscirebbe a vederle. In realtà, la trappola che realizzai per il dio della guerra e la dea dell’amore avrebbe potuto essere scarlatta e spessa, e non avrebbe destato nessuna preoccupazione per i due fedifraghi. L’amore è un’altra fiamma mortale che porta con sè distruzione, ma anche un irresistibile fascino.
L’oro tra le mie dita diventa gioielli degni di un re, o anche armi scintallanti per l’eroe più valoroso. Triste destino attende chi troverà rifugio dietro questo scudo. Triste sarà la morte di chi perisce con l’odio nel cuore, e ancor più triste sarà l’anima tranciata dal corpo a causa di questa spada che sto forgiando.
Sono un titano, sono avezzo alla violenza. Io sono la violanza. Eppure tutta questa tristezza ha tolto forza dalle mie braccia muscolose, e lo sguardo divampante è diventato simile alla cenere. Il mondo lassù, quello illuminato dal sole, sa essere più triste e malinconico di quello che si estende immenso sotto il mio regno, l’Ade. Da entrambi giungono lamenti, in entrambi si prega che qualche tormento abbia fine.
E si… tutti speriamo finiscano i tormenti…
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E già!
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