Ombre

Se nella vita hai visto solo ombre, come puoi pretendere di comprendere i corpi?

Era una domanda che Asclepio si era posto più di volta, durante i suoi studi medici. Gli sembrava di avere a che fare sempre con ombre si uomini e non con esseri viventi in carne e ossa.

“Devi avere pazienza, non puoi certo subito avere a che fare con i pazienti. Il tuo è un lavoro molto delicato” gli ripetevano amici, parenti e medici.

Lo avesse saputo, avrebbe evitato quello stillicidio. Non conosceva che la fredda pelle dei cadaveri su cui affinava le proprie tecniche. Molti avrebbero considerato il suo passatempo macabro, altri persino eretico, ma tutti, qualora si ritrovino in bilico tra vita e morte, non indagano sulle pratiche che hanno permesso al dottore di compiere quegli interventi.

Solo ombre per ora. Solo la forma della vita senza la sua sostanza. Eppure il suo nome prometteva bene.

“Non è il nome a fare di te un bravo dottore. Certo, alza le aspettative, non pensi?”

Di aspettative ne avevano avute sempre molte i suoi genitori, anche se avrebbero preferito vedere il figlio ricoprire qualche carica importante nel mondo politico ed ecclesistico, non certo come discendente di barbieri capaci di fare di tutto.

Asclepio. Cosa mai diventerai Asclepio? Un’ombra o un umano?