Meglio tacere

A volte parlare fa male, non tanto per gli altri, quanto per se stessi. Quindi meglio tacere, soprattutto se ci sono orecchie ben attente a captare qualsiasi idea degna di una qualche nota. Non che sia un vulcano di creatività o una mente particolarmente arguta. Se avessi avuto una di queste due qualità, mi sarei risparmiata probabilmente un lungo limbo in cui la bussola non era in grado di identificare il nord.

In un primo momento si pensa a un caso, a una coincidenza. Ma quando le coincidenze diventano tre o quattro per poi salire ulteriormente, la vicenda inizia a infastidire. Per lo più si tratta di banalità, di semplici desideri che, per motivi materiali o di tempo, non è stato possibile portare a termine. Eppure ogni vota che l’intenzione veniva espressa, ecco qualche damerino dotato di mezzi materiali e temporali riesce ad anticipare la mossa.

Poco male, almeno, per una volta, so se qualche intenzione rischia di portarmi in un burrone. E temo di non poter fare a meno di sorridere. Per il resto, meglio tacere idee più complesse e attendere il momento adatto.