Ci vuole serietà. Sia chiaro, un sorriso non è ammesso, a meno che non sia per deridere o sminuire qualcuno considerato inferiore. E se rientri nella categoria, assieme al resto dell’umanità, allora sarai oggetto di qualcge arguta osservazione proveniente da una persona sublimamente seria. Perché il divertimento è peccato. Perché godersi un po’ di stupidità è un errore imperdonabile.
Spiacenti, ma in questo paese il divertimento è vietato.
E allora che cosa si può fare? Semplice. In primo luogo assumere una bella posizione rigida. Spalle ricurve vietate, meglio tenere la schiena dritta, ad angolo retto con le gambe, nel caso siate seduti. E poi si può starnazzare. Scusate, dissertare, a volte mi confondo con i sinonimi, tanto che ho ricevuto più di un richiamo ufficiale, al quale potrebbe seguire l’espulsione.
Tornando a noi. Da queste parti si disserta. Su tutto. E su tutto si dice l’unica opinione ritenuta universalmente valida. Se non si sa di che cosa dissertare, la soluzione è inventare: si parte sempre dal presupposto che gli altri non capiscano nulla e siano sufficientemente stupidi da bersi ogni panzana proposta. Qualora dovessero mettere in dubbio le parole dette, attacca, magari con una voce petulante, in modo da demolire, se non le difese del nemico, di certo la sua pazienza.
Ci vuole serietà e compostezza. Nel caso vi trovaste in una situazione in cui serietà e compostezza dovessero venir meno, fate in modo di smorzare e soffocare qualsiasi tentativo di divertimento e di spensieratezza. In poche parole, che gli altri si rendano conto di quanto siate superiori a quei vili giochi e se ne pentano.
Seriosi, saggi barbuti, illuminati di vera conoscenza unitevi contro il nemico, il divertimento.
