Mi sono sempre chiesta chi volessi diventare, ho cercato ciò che mi avrebbe reso una persona migliore o che almeno avrebbe smussato i miei difetti e reso meno profonde le mie lacune.
A ogni ricerca in positivo, però, sembra corrispondere anche il suo negativo: esempi negativi che all’improvviso si manifestano come quelle possibilità che renderebbero la vita offuscata, grigia, senza colori e senza curiosità.
Sono esempi da evitare a ogni costo, perché è tanto facile esserne contagiati, quanto è difficile seguire le strade opposto. Sono persone che si accontentano del proprio piccolo essere, senza il minimo slancio di curiosità per il mondo che li circonda. Rifuggono il diverso, parlano per frasi già sentite, preconfezionate da altri. E non mettono mai in dubbio le proprie convinzioni. Trovano più comodo sminuire la diversità caleidoscopica che chiede di essere scoperta e compresa, scelgono di chiudere gli occhi davanti a modi di vivere che non siano i propri.
D’altronde è una storia che è già stata sentita: la volpe non riesce a raggiugere l’uva e ne sminuisce il valore. Non c’è peggiore stupidità del chiudersi in una torre confortevole e lasciare il resto del mondo ardere.
Forse si tratta della più banale tra le paure, il timore del nuovo. Eppure non voglio diventare una creature vile, che pensa solo ai soldi e che non riesce a capire che anche nei luoghi più impervi, più lontani dalla familiare e rassicurante cultura, esplode la bellezza.
