Numeri numeri numeri

Nel paese di Numerolandia tutto viene ricondotto a dei numeri: si vuole ottenere il massimo risultato con la minor perdita di tempo possibile. Perché perdersi in un labirinto di nomi, soprannomi, identità, caratteri, quando si può fare affidamento ai cari, semplici, immediati numeri?

Ebbene, a Numerolandia ogni cosa è etichettata con il suo numero, come anche gli abitanti, gli animali domestici, che devono avere uno scopo ben preciso e non poltrire nel giardino, le piante e gli edifici. Tutto è attentamente schedato e catalogato, con un numero progressivo poi incollato al soggetto in questione. Non si scappa. Secondo l’amministrazione, questo è il modo più semplice per produrre statistiche oggettive, che vadano oltre il singolo individuo, per ricercarne l’oggettivo valore quantitativo. Gli sprechi sono ridotti, quindi, al nulla.

Numerolandia è, in effetti, la città delle statistiche: due abitanti su tre trovano il proprio partner entro il trentesimo anno di età, sei abitanti su quindici ha un lavoro a tempo indeterminato, di questi tre su cinque sono ultra quarantenni. Dei bambini, uno su cento è abbastanza intelligente da accedere alla scuola di formazione di statistica e numerologia applicata, gli altri verranno dirottati verso gli impieghi che richiedono manodopera, dopo una serie di periodi di apprendimento dai sei ai dodici mesi che in un caso su dieci si trasformeranno in lavoro seriamente e onestamente pagato.

A Numerolandia la galera è prevista per chi osa scrivere i numeri in lettere e non in cifre.

Ciò che Numerolandia non sembra tenere in considerazione, è che ogni numero ha una sua storia, un cuore che batte, un pensiero creativo che potrebbe non trovare una corrispondenza nei numeri. Prendiamo, er esempio, il quattromiladuecentosettantatre: è un uomo, di mezza età, disegna progetti ideati dal numero tremilaottocentotrentasei, ha una famiglia composta da due bambine e una moglie. E ha una memoria poco portata ai numeri: confonde il numero del caffè (ottantaquattro) con quello del pollo (ventiquattro), che odia profondamente. Si rifiuta di chiamare le figlie con dei numeri, che spesso confonde, e non ha mai imparato la matricola della moglie. Il numero tremilaottocentotrentasei odia essere un numero.

Continurei volentieri a descrivere i numeri di Numerolandia, ma le guardie seicentosessantacinque e cinquecentosessantasei sono venuti a prelevare l’autore: come detto, scrivere i numeri in lettere prevede la reclusione a vita.