Capisco che avere un umore plumbeo come il cielo che fa capolino in questo momento dalla finestra non aiuti molto. Se grigio è l’umore, si tingono di fumo anche i pensieri e gli occhi indossano un paio di lenti che offuscano la vista.
Anche nei momenti più svogliati, ho sempre cercato di essere di conforto a chi aveva bisogno di sfogarsi. Sarà carattere, sarà educazione, ma una parola gentile non si nega a nessuno. In particolare a un sedicente amico che non perde occasione per riversare il suo carico di lamentele, senza preoccuparsi del pericolo di disastro e di inquinamento umorale.
E ora che il grigio è diventato nero, e che il fiato manca per affrontare anche questa salita, le uniche parole che è in grado di dare sono “Non ho parole da dirti”.
Non ho parole. Come se le parole si comprassero e si finissero. E dopo un quarto d’ora di sproloquio monodirezionale su quanto sia snervante prendere un treno due volte alla settimana, mancono le parole di conforto.
Io invece qualche parolina ce l’avrei, ma essendo questa espressione inflazionata, meglio lasciarla sottintesa.
