Ali di carta

Sulle ali incerte di un aeroplano di carta ho viaggiato per il mondo. Non era uno di quei veicoli imponenti e roboanti, ma era discreto e leggero quasi come aria. Di aria si nutriva, e galleggiava sospinto dal vento del sogno. Bastava un refolo di vento e tutto attorno cambiava, l’aereo volteggiava a spirali, i deserti si riempivano di colori, dello scroscio dell’acqua, e l’aria diventava da rovente a gelata.

Le mani che hanno fatto un po’ goffamente questo aereo non sapevano nemmeno cosa volesse dire volare. Lo potevano solo immaginare, e con questa forza riesco a viaggiare oltre i confini che sulle carte sono così chiari, ma sulla terra svaniscono come foschia al sole. Il primo alito, il soffio che mi ha dato vita, mi ha fatto andare lontano, sembravo perso, destinato al scomparire, ma quella fine era in realtà solamente l’inizio.

Era un inizio che non avrei mai immaginato e che nemmeno desideravo, ma era pur sempre un inizio, che avrebbe portato a qualcosa di altrettanto misterioso. Capriole nel cielo azzurro, per ora, ma può sempre comparire qualche nuvola da temporale all’orizzonte. Lasciamo, però, il temporale in quella lontana linea, e fatemi volteggiare ancora un poco in questo vento di cambiamento.

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