I Vecchi Compari – Pt 13 La vigilia del Gran Torneo

Le informazioni che Antonio aveva ottenuto dal barista Frank erano molto singolari, ma spiegavano sia le parole del ragazzino sia l’atteggiamento di Pietro nei confronti della moglie Clara. Come se non bastasse, quella chiacchierata aveva tolto ad Antonio qualsiasi tipo di attrazione nei confronti del fabbro. Bisognava comunque cercare più a fondo, e attendere il momento giusto: Pietro era un componente fondamentale della squadra e il Gran Torneo di Bocce e Bocciatori si sarebbe tenuto a giorni. Quando Antonio si presentò agli allenementi successivi, i suoi occhi erano un po’ meno paurosi e un po’ più decisi del solito.

Il giorno prima della competizione, anche Luca era più tetro del solito: aveva un colorito che virava verso una sfumatura verdastra, le mascelle erano serrate, gli occhi sporgevano dalle orbite e la bocca era quasi scomparsa in una sottile linea tremolante. La sua grande occasione era arrivata, il Torneo era alle porte. Anche lui aveva condotto delle ricerche su Pietro tramite alcuni suoi colleghi di vecchia data: molti conoscevano Pietro in qualità di fabbro, ma di Clara nessuno aveva informazioni precise. E nessuno sapeva nemmeno dove fosse andata dopo aver abbandonato la casa officina. Quella donna era diventato un fantasma che aleggiava sinistro attorno a quell’omone sempre sorridente.

Pietro era nervoso, ma non lo dava a vedere. Il giorno precedente si erano presentati alla porta due strani ceffi che si erano detti amici di Clara. Li aveva allontanati in malo modo, ma non era tranquillo. Si sentiva come una belva in gabbia, pronta per essere portata al macello.

L’unico componente che sembrava essere caricato a molle era Silvano. Inutile dire che in quelle settimane se ne era altamente infischiato dei presunti segreti di Pietro, poiché aveva dedicato tutti i suoi sforzi e le sue attenzioni a soddisfare Luca nel gioco e Anna a letto. Riusciva a trovare perfino Rachele, sua moglie, quasi sopportabile: a volte provava pena per quella donna così devota all’ultraterreno da dimenticarsi del terreno. Il rammarico più grande di Silvano è che I giochi di Dioniso, il negozio di Antonio e Alvise, fosse fallito, probabilmente proprio a causa della coalizione di malelingue delle compari di Rachele. In spogliatoio avrebbe chiesto ad Antonio se gli fosse rimasta qualche rimanenza di magazzino.

“Domani è il grande giorno” tentò di cominciare Luca, ma lasciò cadere il discorso: non riusciva più a produrre saliva. Ci pensò Silvano a prendere il posto di Luca: ormai era diventato un campione in questo sport.

“Esatto Luca. Ormai siamo preparati, faremo mangiare polvere a quei vegliardi delle Bocce del Conte, delle Vecchie Dentiere e dei Birilli Traballanti. Siamo i migliori, lo sappiamo, abbiamo i giocatori più in gamba. Il Gran Torneo è già nelle nostre mani!”.

“Ben detto!” a parlare era stato Antonio, senza alcun balbettio.

“Bravo, Anto, è da anni che non ti sento così deciso. Ti ci voleva un po’ di adrenalina”.

E una seduta al bar, pensò Antonio con gli occhi fissi su Pietro.

“Pronti per l’ultimo allenamento?” ruggì Pietro, che si sentiva osservato,

Fu una delle migliore partite di sempre. Silvano sembrava ricordarsi per filo e per segno ogni mossa ideata da Luca che, a sua volta, lo elogiava e lo sosteneva. La mano di Antonio era più ferma del solito e Pietro dimostrava una forza vigorosa maggiore dell’usuale. Sembrava proprio una squadra imbattibile.