Cercare dei segni

Abbiamo sempre cercato dei segni, negli astri che algidi scintillano nel cielo, nel fumo che si alza da pire rituali, negli avvenimenti di tutti i giorni. Come assetati cerchiamo l’indizio che ci dia la conferma, che ci assicuri la strada, o che ci ammonisca.

Non ho mai trovato dei segni, o, se anche si sono parati davanti a me, li ho sempre fraintesi o ignorati. I miei occhi sono miopi davanti a queste credenze. Eppure a volte mi illudo che ci sia un qualche senso, che qualcosa abbia un perché.

Perciò mi ostino a cercare con occhi offuscati. Magari prima o poi vedrò anch’io un segno benevolo.

Unghie sulla pelle

Sento questi artigli che scalfiscono la pelle lasciando profonde tracce, spaccature colme di sangue ribollente di passioni e di dolori. Unghie impietose su carne tenera. Il dolore esplode come stelle che si affacciano sopra a un deserto in una notte che non conosce nuvole.

Questo dolore può essere vita. È il dolore che racconta di un passato da raccontare e di un futuro da sognare. È il dolore che riempie le fenditure di lava cangiante per poi suturare le ferite con un filo troppo chiaro. Ecco i segni indelebili di unghie crudeli, che l’egoismo ha piantato nel cuore come se fossero dieci pugnali affilati.

Sete e fame, caldo e freddo, stanchezza ed euforia, godimento e tortura, soddisfazione e vergnogna. Gli stiletti scavano per lasciare cicatrici nascoste, ma capaci di rendere anche la pelle più delucata una corazza.