Un tempo la Nemesi era la giustizia, era la punizione che si abbatteva su chi si macchiava della colpa più grande, la tracotanza. Con il tempo, però, il suo significato è scivolato verso la personificazione del nemico per eccellenza, una sorta di doppio negativo dell’eroe che incarna vizi e storture. In sintesi, è un alter ego del Sole.
La Nemesi diventa, quindi, ciò che l’eroe non deve e non può essere. Ma come sempre, il bianco non può esistere senza il nero o il grigio, e anche l’eroe senza macchia per eccellenza ha in sé semi scuri che potrebbero far sbocciare rose nere come la notte senza luna, grazie all’intervento di una nemesi che sa essere più dolce del miele e insieme aspra, anche se colma di promesse, come un frutto acerbo. Il male sa avere una voce molto persuasiva.
E se non si vuole ambire al ruolo di eroe, allora non rimane che trovare un equilibrio con il lato più sadico e malvagio che abbiamo relegato in qualche angolo dell’anima. A meno che non si incontri la propria Nemesi. Non è comune trovare sul proprio cammino quella persona che, in un modo o in un altro, riesce sempre a spingere fuori il peggio, gli aculei di un carattere corazzato, ma non certo aggressivo.
Eppure può succedere. Meglio prestare molta attenzione e sperare che la Nemesi non sia troppo assidua nel suo compito di dilaniare la coscienza.
