Io sono fiamma. Fiamma che arde, che consuma, mangia, spezza.
Io sono fiamma. Fiamma che illumina le tenebre, che mitiga il freddo e allontana animali pericolosi.
Io sono fiamma. Debole lingua di colore che ora ha intrapreso un viaggio alla ricerca di qualcosa che ora non ho.
Così ho fatto visita a un cuore di ghiaccio incastonato nel petto di una persona incapace di amare. L’ho avvolto nel mio calore e ho sciolto la gabbia fredda che lo teneva prigioniero. E solo allora ne ho scorto la debolezza, le fragilità e un’immensa tristezza.
Ho dato fuoco a vecchi rancori che avevo l’aspetto di sterpaglie secche e abbandonate. E per poco non ne sono stato vittima. Il calore che emanavano era corrotto, il fumo un miasma velenoso. È stato faticoso e lungo, ma infine sono riuscito ad avere la meglio.
Ho visto le tenebre dell’anima. Ho tentato di illuminarle e talvolta ne sono stato anche capace. Tuttavia in molti cadi la mia luce è stata inghiottita, si è persa, nemmeno è riuscita a scalfire quell’armatura di buio.
Infine eccomi qua, mentre finalmente riesco a riunirmi a quel grande fuoco che arde. Non più fiamma singola e perduta, ma parte di qualcosa di più grande di me.
Dobbiamo curarlo alimentarlo il nostro fuoco interiore, sempre e ovunque. soprattutto donarlo a chi sta per spegnerlo!
bellissima metafora.
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Grazie! 😊 hai proprio ragione.
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