Negli ultimi anni sono avvenuti molti cambiamenti non desiderati, e altri agognati non hanno nemmeno accennato ad avvenire. Nulla di strano: la vita è fatta di molte componenti, non tutte dosabili a piacimento, per cui il risultato rimane un’incognita fino alla fine.Quello che mi spaventava era il fatto di non riuscire a vedere un disegna, una coesione in tutto quello che stava succedendo. Mi sembrava che mi arrivasse prima una scarpa destra e poi un guanto sinistro, del tutto inutili insieme e privi del proprio compagno.Eppure è come un corpo: preso nelle sue singole parti, sembra essere del tutto slegato. Qua c’è un nervo. Là un muscolo, un po’ oltre le viscere, ognuno con il proprio ruolo, con una funzione ben preciso. Ma visto nell’insieme, questa accozzaglia di tessuti forma una macchina che sfiora la perfezione, un equilibrio fragile, eppure funzionale.Forse ora il disegno si sta componendo. È bastato ammettere che per alcuni il disegno si profila prima di altri. Ho sempre cercato di bruciare le tappe, ma per una volta mi sono riservata di fare una marcia indietro, di prendere una strada laterale che mi permetta di raggiungere, almeno nei progetti, una via più agevole.E per ora sembra che anche i pezzi più ostici stiano trovando il loro posto in questo folle caleidoscopio che è la vita.
Trovare un senso
