Il tempo mostra le crepe del muro. Si deposita su queste fenditure come polvere d’oro rendendole evidenti a qualsiasi passante. Il tempo mostra le debolezze, vi si incunea dentro, per poi staccare la superficie.
Poco importa quanta fatica sia stata richiesta per realizzare la parete. Poco importa se sia parte di un magnifico castello o di un’umile dimora. Alla fine crollerà. E se ciò non dovesse accadere, se il muro dovesse rimanere eretto, questo avverrà solo grazie alle erbe selvatiche, alle radici ribelli, sottili, ma forti come calce. La vita rende vivo tutto ciò che sfiora. Le crepe d’oro diventano suture rigogliose.
Dopo anni di stenti e di impegno per creare una meraviglia, non rimane che un rudere selvatico mangiato dal bosco. Tanta fatica per costruire mondi e opportunità sfumate nel ventre primitivo.
mannaggia…
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Eh già
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😏
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È tutto un nulla, alla fine.
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Alla fine sì.
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Purtroppo è così
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Quasi sempre.
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succede a tutto ciò che non viene curato e accudito
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Non sempre, talvolta anche a ciò che viene curato.
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che metafora…
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😉 piccolina.
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Ina ina 😉
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