Confusione

È un mondo confuso, fatto di aculei e di tentacoli. È un mondo feroce e ingannatore. Ci sono pesci capaci di mimetizzarsi, di assumere la forma perfetta di una roccia o di scomparire nel fondale, pronti a scattare come una trappola per le incaute prede. Talvolta la veste mimetica è solo un modo per nascondersi, per scomparire nella speranza che la vasta ingordigia vinca sulla debolezza.

È una confusione che non trova una risoluzione. Non ci sono gabbie che delimitino gli spazi, non ci sono etichette che cataloghino le specie pericolose da quelle innocue. Gli habitat si fondono, i loro abitanti sviluppano letali macchine di difesa o di attacco. Compaiono aculei velenosi, barricate innalzate contro un nemico che ha assunto un aspetto multiforme, o contro una vittima che tenta di fuggire, forse tendendo una trappola. Si spargono per acque all’apparenza innocua tentacoli che cercano di stritolare chiunque osi invadere il territorio, che sia di passaggio o che effettivamente avesse una volontà belligerante.

Nulla è più certo, se non che il più forte tenterà di fare di tutto per diventare sempre più forte e sempre più minaccioso. È la confusione della guerra, là dove non trovavano spazio i piccoli pesci innocui, quelli che sembrano piccole gemme cadute da un arcobaleno in acqua. I sogni sono scomparsi, come sono scomparsi gli occhi pieni di bontà della sua Sally.

Che cosa ci faceva lui là? In quel fango che non lo lasciava andare, in una terra che non era la sua, a trasformarsi in un mostro dotato di aculei e di tentacoli. Eppure si sentiva un semplice pesce rosso, con la sua corazza dorata che sarebbe stata del tutto inadatta in quel posto scuro e melmoso. Nemmeno sapeva come fare a uscirne da una confusione sconosciuta.

Dopotutto era un semplice commerciante di pesci. Non quelli esotici da esposizione, ma semplici pesci destinati ad acquari casalinghi. I più belli, secondo lui. Dopo Sally, ovvio. Ormai faticava a respirare: forse era colpa dei tentacoli di una vita che si era rivelata ingannatrice, o forse dipendeva dal veleno stillato dagli aculei di un sogno che stava naufragando. O forse si trattava semplicemente di un gas velenoso.

6 pensieri su “Confusione

  1. Il regno animale, metafora di quello umano. O è quello umano che si è plasmato sulla falsariga di quello animale? A volte le due cose sono strettamente interconnesse, ma c’è comunque chi vuole slegarle: chissà perché, poi…

    Piace a 2 people

Lascia un commento