Tuoni, fulmini, lampi

Era conosciuto in tutta la regione con il nome di Tuono, e come un tuono si faceva sentire ovunque andasse. E non solo: avrebbero potuto chiamarlo anche Fulmine o Lampo o magari Saetta, non tanto per la velocità, quanto per il suo aspetto scintillante. In breve, difficilmente Tuono sarebbe passato inosservato.

Come è ovvio, a Tuono non dispiaceva affatto questa nomea. Tutti lo conoscevano, tutti lo interpellavano e gli prestavano attenzioni. Per mantenere alta l’attenzione, Tuono faceva la voce sempre più grossa, girava per il paese con vistosi abiti ed elargiva utili consigli a chiunque.

“Ehi tu, fabbro. Permetti, ma quel ricciolo non è abbastanza ricciolo. Andrò dal sindaco a parlarne”.

“Panettiere, il tuo pane non è fragrante come la ricetta in mio possesso. La mia è la migliore”.

“E tu contadino, non battere la fiacca. Io sì che ho un mucchio di lavoro da portare avanti. Io conosco il sudore della fatica”.

E tutti lo stavano a sentire, come i serpenti seguono le note del proprio incantatore. Le giornate di Tuono erano completamente occupate da questa sua attività, per cui, di fatto, Tuono non combinava niente.

Un giorno comparve in paese uno straniero, Tromba Roboante. Tuono, a confronto, si ridusse a un semplice bubbolio. E tutti se ne dimenticarono, essendo occupati a ascoltare Tromba Roboante.

13 pensieri su “Tuoni, fulmini, lampi

Lascia un commento