C’è qualcosa di strano nello zero. È il nulla, è un cerchio che si racchiude sul vuoto. Lo zero è la sospensione in un mondo pieno di numeri e di misure.
Ma Zero era anche il nome toccato in sorte a un bambino poi diventato ragazzo. I suoi genitori, chiunque fossero e qualunque fosse la loro storia, lo avevano lasciato sulla scalinata di un collegio di orfani quando era ancora in fasce. Lo trovarono a mezzanotte, all’apertura di un nuovo anno. Il direttore lo registrò in una pagina ancora intonsa, senza alcuna scritta. Zero prendeva una sua identità.
Non è semplice vivere con un nome del genere. Zero era sempre preso di mira dagli scherzi e dai giochi dei bambini più grandi. Odiava il suo nome, gli sembrava che risuonasse come una scatola di latta vuota, senza senso. In mezzo a tanti numeri, lo zero riesce a distinguersi, nel bene o nel male. E Zero lo imparò velocemente.
Il vuoto si può riempire, il vuoto può trasformarsi in qualsiasi cosa, con naturalezza. Zero divenne il primo nel collegio, il più intelligente e il più studioso. Non che questo migliorasse la situazione con i compagni: si sa che i più bravi sono sempre presi di mira da odi e da una buona dose di invidia.
Allora divenne il secondo nelle arti marziali. Secondo perché venne sconfitto dal migliore della squadra. E come tale venne ben presto dimenticato e tralasciato, ma almeno nessuno aveva più il coraggio di picchiarlo o maltrattarlo.
Divenne il terzo a essere eletto come rappresentante dell’istituto, risultato dovuto per lo più dalla sua nuova forza fisica. E quarto arrivò nella graduatoria per l’iscrizione all’università.
E infine si rese conto che essere Zero non era poi così male.
Già! Puo’ trasformarsi in tutto ciò che desidera 😀
"Mi piace"Piace a 1 persona
Infatti!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Vabbè… Non te lo dico dov’è l’errore.
Ecco.
😘😜
"Mi piace"Piace a 1 persona
Se non c’è errore, non c’è divertimento.
"Mi piace""Mi piace"
👍
"Mi piace"Piace a 1 persona