“Non hai capito tutto, Ulysses” disse Angela mettendosi a sedere nella sala da ballo, dopo aver scortato la duchessa nelle sue camere.
“Hai ragione. Perché ti sei alleata con Paul? Il fratello dell’assassino di Mary?”
“L’assassino di Mary è uno solo ed è proprio davanti a me. Chi poteva prendere l’imprendibile Albert, se non la sorella affranta? Ma, vedi, io non voglio giustizia, perché le maglie della giustizia sono talmente larghe da permetterti di fuggire. Penso che il commissario neppure voglia prenderti, quasi tu fossi la sua nemesi, un antagonista che gli mostra ogni giorno che cosa avrebbe potuto diventare. Per questo sono qui, su questa barca. E per questo c’è anche Paul”.
“Non capisco che ruolo abbia Paul in tutta questa storia. E se ne sei alleata, perché mi hai chiesto di consegnartelo”.
“Allora non hai capito. Io voglio Paul, voglio che tu ne diventi alleato, ti voglio vedere entrare nella sua rete. Sei solo un moscerino Albert, e come tale devi finire invischiato in una ragnatela”.
“Stai delirando, Angela. E ti prego di chiamarmi Ulysses, come io ti chiamo Angela e non Elisabeth”.
“Stai attento a non coinvolgere la duchessa in questa storia, se non vuoi che si ripeta la storia di Mary”.
Lo ammetto, non pensai mai ad Annette. Per me la sguattera era solo una distrazione e un’ottima alleata nella ricerca di informazioni. E quel pomeriggio tornò da me carica di informazioni.