“Mille voci siamo, e parliamo con gli dei. Sussurriamo il futuro, vediamo fra le pieghe di ciò che deve ancora avvenire. Le nostre parole si susseguono leggere, talmente lievi da essere scompigliate da un semplice alito di vento. Sibille ci chiamiamo, e Apollo ci parla”.
“Rincorri, rincorri quella foglia e vedrai che il destino che ti attende non sorriderà ancora per molto. Cosa dici? I nostri occhi sono troppo offuscati dal fumo per vedere il tuo volto e la tua voce si confonde tra quelle di mille altre domande”
“Il figlio diventerà il tuo assassino, guardati dalle mani di chi non conosci”.
“La follia si posa sulle nostre labbra. Un canto millenario di speranze, morte, disperazioni e successo si intreccia attorno a chi richiede il nostro consiglio. Vogliono parlare con il dio, ma si devono accontentare delle parole di Sibilla”.
“Grandi navi, legno per proteggere le città Vedo la rovino, ma vedo la salvezza. Forse solo chi sa già la risposta riuscirà a capire quel che vogliamo”.
“Un dio non parla con voci umane, un dio non può usare un linguaggio mortale. Non stupirti della nostra confusione. Sei tu che non sei allo stesso livello di un immortale. I piani degli dei sono imperscrutabili dalle vostre menti. Noi siamo solo un ponte”.
“E quindi, straniero, dicci. Cosa vorresti svelato?”
