L’universo è nato nel caos, e probabilmente nel caos perirà. L’ordine può sempre essere messo in subbuglio, è solo una mera convenzione che permette la convivenza e mette confini. Ma l’ordine è imposto da regole, le regole delimitano le libertà, e le regole vanno infrante. Almeno per una volta la pazzia mostra la lingua al saggio dio che ha racchiuso i titani in un ventre oscuro di oblio.
Il re cade dal trono e senza corona viene confuso con un villano. Il villano raccoglie un cerchio dorato e subito viene assiso su uno scranno da dove vede una distesa di nuche. La regina fugge dal palazzo vestita da pastore, il pastore abbondona le pecore per mettersi una sottana, il ricco cerca ghiande di bosco, il povero addenta un cosciotto prelibato, le pecore mettono in ordine i cani.
Nel giorno di libertà, tutto è possibile. Il poeta viene messa alla gogna, l’illetterato tesse carmi e distici, il macellaio porta a spasso un maialino, la vedova ritrova l’amore, l’infante insegna al genitore, il più pavido ritrova un coraggio da leone, l’impavido si concede tregua nella più oscura e dimentica delle taverne.
È il giorno delle maschere. È il giorno in cui le maschere cadono. Il pentimento sarà riservato a un altro giorno.
