“Vi pensate tanto forti, voi minuscoli esseri coperti di ferro, che sputate fuoco freddo e mefitico. Ritenete che la nostra sia la stirpe degna di morire. E se foste voi a essere nel torto? Voi, con le vostre deboli membra simulate in forti coperture? “
“Drago, tu sei il passato, noi il futuro. Sei la forza bruta e ignorante, distruttiva, noi siamo la mente ingegnosa che costruisce punti e unisce genti. Il tuo tempo è terminato”.
“Ne sei convinto, cavaliere? È un’autoinconorazione la vostra, frutto di un pensiero stolto, di una vista offuscata e di un autocompiacimento tronfio. Avete distrutto più voi con le vostre piccole mani, che noi con il nostro corpo immenso”.
“Con noi è la scienza, ci guida la tecnica. Tu rimani nell’ignoranza. Non sai combattere malattie e disgrazie, non sai riparare i difetti della natura”.
“Neppure tu, implume essere. Ricordati che sei solo una crosta fastidiosa sulla terra che ci è madre. E una crosta può essere rimossa”.
“Eppure sarai tu a soccombere prima o poi, drago”.
“Lo so. Ma questo non mi impedisce di combattere e di avvertirti, cavaliere”.
