Da solo – Giorno 14 Real Game

Mentre Andrea seguiva la signora, cercava di ricordare il nome della nuova azienda per cui lavorava Clara: all’improvviso gli sembrò che avesse un nome molto simile a Real Game. Clara lavorava come grafica, ma, pochi giorni prima di scomparire dalla sua vita, aveva cambiato lavoro.

“Mi scusi”, ma la signora continuò spedita varcando l’entrata. Andrea si trovò in una stanza grigia come l’esterno, con la stessa scritta, anche se più piccola, su una parete. La signora gli porse un bicchiere colmo di acqua fresca. “Grazie. Senta, per caso qui lavora una Clara?”

“E a lei, piacerebbe lavorare qui? Badi bene, sarà un grande cambiamento di vita, ma anche la sua Clara non era molto soddisfatta della sua esistenza. Certo, il motivo principale della sua insoddisfazione era lei, ma probabilmente non eravate complementari. Allora, vuole cambiare la sua vita?”

Andrea la guardò un po’ perplesso. “Non so nemmeno di che cosa vi occupiate, né come si chiami lei. E di che cambiamento sta parlando?”

“I suoi dubbi sono leciti”, notò la signora. “Mi chiami pure Bianca. Si trova nella sede di sviluppo di una delle più innovative aziende di giochi virtuali. Siamo un’eccellenza a livello mondiale: i nostri giochi non si limitano a intrattenere, ma danno ai nostri partecipante ciò che vogliono. Tuttavia, i nostri prodotti sono ancora in fase di sperimentazione. Lei ci aiuterebbe a testare il prodotto. Basta che lei si immerga nel gioco, al resto, penseremo noi”.

Andrea la guardava e allo stesso tempo pensava alla possibilità di cambiare vita, nello stesso modo in cui lo aveva fatto Clara.

“Allora?”  insistette Bianca.

Patti

Stringere un patto può essere pericoloso, molto pericoloso se si stringe il patto con la persona sbagliata. Nel caso di Sam, non si trattava proprio di una persona sbagliata, ma di un’entità, per l’esattezza del diavolo in persona.

Sam non aveva mai creduto nel diavolo o in una divinità capace di plasmare la vita degli uomini e del mondo. Non che ci avesse pensato molto, anche perché non aveva tempo da perdere in elucubrazioni. Quando si era trovato quella bella donna, ben vestita e dalla voce suadente seduta nella sua cucina aveva capito, però, che avrebbe dovuto rivedere le sue teorie del tutto. Era evidente che quella non era una creatura terrestre, anche perché incarnava esattamente ciò che a Sam piaceva di più.

“Bene bene”, disse la donna “che cosa faresti per raggiungere il tuo desiderio, Sam? Venderesti forse la tua anima?”

Per ottenere ciò che più desiderava? E che cosa desiderava esattamente? Una vita diversa, non ne dubitava, più soddisfacente, in cui il successo non fosse solo una chimera relegata al passato. Il che comportava una serie di migliorie, come quella squallida casa che si trovava in una delle periferie più degradate della città.

“Perché io? Non ci sono altri uomini che farebbero un patto per ottenere quello che desiderano?”

“Ma certo, Sam. Ma non c’è un perché, c’è solo una certa noia. Sai, un’eternità passata a tentare omuncoli e ancora ci sono persone che dubitano della mia esistenza. Pensa: è più semplice trovare il mio zampino che quello della mia controparte. Sono persino giunta alla conclusione che non esista una controparte, che ci siamo solo io e le vostre coscienze, nonché una buona dose di noia. Tu che dici?”.

“Non lo so, non ci ho mai pensato”.

“Scontato” sbuffò la donna “Tornando a noi. Il patto è sempre il solito, quello che è finito anche in opere letterarie di non poco conto. A volte mi stupite, voi mortali. La tua anima” e alla parola anima si avvicinò a Sam guardandolo dritto negli occhi, fino ai confini estremi del suo impaurito spirito, “Per quello che hai sempre voluto. No, Sam, non il successo. La vendetta, piuttosto. Mi piace particolarmente la vendetta: riesce a trasformare in belva anche il coniglio più mansueto. Non è vero Sam? Allora, abbiamo un patto?”

“Un patto. La mia anima. Una vendetta”. Sam guardò il diavolo, le sue sembianze sensuali e il suo profumo carico di promesse. “Vendetta nella vita” disse la donna “E dopo la morte ce la vedremo noi due”.

“E sia” sussurrò Sam.

Una fiamma balenò nello sguardo del diavolo. “E sia” ripeté sorridendo. “Ci rivedremo. E no, non ho mai amato lo zolfo, per questo non ne senti l’odore. Buona vendetta, Sam, saziati finché sei in tempo”.

E scomparve, lasciando Sam solo, ma con una strana felicità che gli ruggiva nel petto.