Mentre Andrea seguiva la signora, cercava di ricordare il nome della nuova azienda per cui lavorava Clara: all’improvviso gli sembrò che avesse un nome molto simile a Real Game. Clara lavorava come grafica, ma, pochi giorni prima di scomparire dalla sua vita, aveva cambiato lavoro.
“Mi scusi”, ma la signora continuò spedita varcando l’entrata. Andrea si trovò in una stanza grigia come l’esterno, con la stessa scritta, anche se più piccola, su una parete. La signora gli porse un bicchiere colmo di acqua fresca. “Grazie. Senta, per caso qui lavora una Clara?”
“E a lei, piacerebbe lavorare qui? Badi bene, sarà un grande cambiamento di vita, ma anche la sua Clara non era molto soddisfatta della sua esistenza. Certo, il motivo principale della sua insoddisfazione era lei, ma probabilmente non eravate complementari. Allora, vuole cambiare la sua vita?”
Andrea la guardò un po’ perplesso. “Non so nemmeno di che cosa vi occupiate, né come si chiami lei. E di che cambiamento sta parlando?”
“I suoi dubbi sono leciti”, notò la signora. “Mi chiami pure Bianca. Si trova nella sede di sviluppo di una delle più innovative aziende di giochi virtuali. Siamo un’eccellenza a livello mondiale: i nostri giochi non si limitano a intrattenere, ma danno ai nostri partecipante ciò che vogliono. Tuttavia, i nostri prodotti sono ancora in fase di sperimentazione. Lei ci aiuterebbe a testare il prodotto. Basta che lei si immerga nel gioco, al resto, penseremo noi”.
Andrea la guardava e allo stesso tempo pensava alla possibilità di cambiare vita, nello stesso modo in cui lo aveva fatto Clara.
“Allora?” insistette Bianca.