Campi Elisi – Pt. 15

Eracle, l’eroe di altri tempi, troppo grande anche per dei poemi di guerra o di viaggio. Il suo coraggio ha sconfitto perfino l’invidia degli dei, ma non quella di un centauro e neppure la gelosia della moglie. I sentimenti sono la forza e la debolezza degli uomini.

“Sono sceso anzitempo in queste terre, ho sconfitto mostri, o viaggiato, ma non mi ricordo nemmeno il motivo. Forse una promessa, forse una gara o una lite. Quel che è certo, è che ho sofferto, ho rinunciato alla mia libertà, per fatiche che un dio mi ha imposto”.

“E sei diventato celebre. Le tue statue sorgono in ogni città”.

“Che ne puoi sapere tu di statue, poeta cieco? Che ne sai delle sofferenze e del dolore. Ho fatto una scelta una volta, ho imboccato la strada dell’eroe, e come Achille sono andato incontro alla mia rovina”.

“La rovina va incontro a tutti, celebri o ignoti. Tutti siamo risucchiati da un vortice di dolore, solo pochi riescono a emergere e spiccare il salto verso l’Olimpo. Dicono che tu ce l’abbia fatta, un semidio, l’eroe umano”.

“Tutto quello che mi ricordo è il bruciante istante in cui sono stato tradito. Deianira, una donna, mi ha ridotto in cenere. L’eroe di ogni tempo, ingannato da un morto”.

“Deianira non voleva ucciderti, voleva solo amarti”.

“A volte l’amore ferisce più di un leone, non può essere domato, e neppure eliminato. Come avrei potuto ucciderla?”

In questi campi il rammarico scorre come un fiume che sussurra le possibilità perdute, le vite non vissute e le pene che si sarebbero risparmiati. Ma dell’amore non c’è che una debole traccia, offuscata dalla miseria della vita.

Nemesi

Un tempo la Nemesi era la giustizia, era la punizione che si abbatteva su chi si macchiava della colpa più grande, la tracotanza. Con il tempo, però, il suo significato è scivolato verso la personificazione del nemico per eccellenza, una sorta di doppio negativo dell’eroe che incarna vizi e storture. In sintesi, è un alter ego del Sole.

La Nemesi diventa, quindi, ciò che l’eroe non deve e non può essere. Ma come sempre, il bianco non può esistere senza il nero o il grigio, e anche l’eroe senza macchia per eccellenza ha in sé semi scuri che potrebbero far sbocciare rose nere come la notte senza luna, grazie all’intervento di una nemesi che sa essere più dolce del miele e insieme aspra, anche se colma di promesse, come un frutto acerbo. Il male sa avere una voce molto persuasiva.

E se non si vuole ambire al ruolo di eroe, allora non rimane che trovare un equilibrio con il lato più sadico e malvagio che abbiamo relegato in qualche angolo dell’anima. A meno che non si incontri la propria Nemesi. Non è comune trovare sul proprio cammino quella persona che, in un modo o in un altro, riesce sempre a spingere fuori il peggio, gli aculei di un carattere corazzato, ma non certo aggressivo.

Eppure può succedere. Meglio prestare molta attenzione e sperare che la Nemesi non sia troppo assidua nel suo compito di dilaniare la coscienza.