Nato storto

Se un albero nasce storto, è difficile da raddrizzare. Elias era nato storto, anche se non fisicamente, ma di carattere. E nella sua vita aveva tentato di tutto per crescere dritto e bello come gli altri, ma non era riuacito a ottenere molto. Aveva tentato di smussare angoli, puntellare, piallare, ma niente: l’unica cosa che aveva ottenuto era stata nascondersi.

Si nascondeva perché si sentiva in difetto, così storto come si trovava. Chi lo circondava era sicuro, sapeva dove voleva andare, aveva una buona parlantina e una casa in cui tornare. Elias non aveva casa, ma un rifugio che odiava, balbettava leggermente e non sapeva nemmeno come potersi definire. Non aveva una meta, in un mondo di poeti e scienziati, non aveva una qualità.

Una vita storta non è una vita facile. Si passa il tempo a cercare di nascondere questa particolarità, ma è solo tempo perso a lottare con il vuoto.

Solo in un posto Elias si trovava bene. Si trovava su un colle, poco lontano dal villaggio in cui abitava. Su un fianco cresceva una quercia bella come solo le nodose querce possono essere belle. Elias la guardava e ne ammirava l’angolazione. La natura non era stata clemente: aveva piegato i rami, ritorno il tronco, scavato la corteccia. Ma nonostante tutto, quella quercia storta era ancora lì, perfetta nella sua contorsione.

Ed Elias sperò di diventare quercia.

8 pensieri su “Nato storto

  1. Dalle mie parti (in realtà un po’ più in là, ma non facciamo i pignoli) si dice: “Chi nase quadro non more tondo” (credo non serva la traduzione).
    Ecco: la versione che hai esposto è più ricca e rende davvero bene, la mia è molto sintetica e più immediata e a facile da memorizzare anche per i pesci rossi! 😛

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