“Annette”.
“Dimmi Uly”. Odiavo che mi chiamasse così, ma come ho già spiegato, Annette era tanto fondamentale quanto la nave per il nostro Odisseo. Senza sarei stato solo un legno alla deriva. Mi servivano informazioni, e anche velocemente.
“Che cosa sai di quel macellaio arricchito, quello zotico grande e grosso che se ne va in giro urlando?”
Annette appoggiò la testa sul mio petto, tanto che percepì il dolce sapere dei suoi capelli. A parte il nomignolo che mi aveva imposto, Annette assomigliava molto a Mary, anche nella sua fine.
“Paul, vuoi dire” esclamò con una punta di divertimento nella voce. Mi alzai un poco per guardarla negli occhi.
“Tu non conosci il nome di nessuno, ma di quel grassone sai persino il nome di battesimo?”. Si sa, alle donne piace quel pizzico di gelosia, le fa sentire desiderate e indispensabili. E in un certo senso Annette era indispensabile.
“Dà buone mance, ma non soddisfacenti come le tue. È molto disordinato, pulire al sua stanza è un incubo. Sparpaglia giornali ovunque. In effetti sembra che legga molto, ma non saprei dirti cosa. Sembrano grossi libri, pieni di scritte. Leggere mi ha sempre fatto male la testa”.
“Ma almeno i titoli, te li ricordi?”
“Forse stasera potrei dirtene qualcuno”.
“Sei un angelo”. Una frase che avevo già detto, ma allora non ci feci troppo caso.
Si continua ad “indagare”
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Certo! 😉
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