Il mondo ha un suo ritmo, una sua musica, un’anima che muta repentina e capricciosa. Conoscere il ritmo e sentirlo nel sangue è il modo per non sentirsi come un relitto lento, sfasciato, che viene travolto da onde troppo forti.
Il mondo ha il suo ritmo, ma le anime che lo abitano hanno il proprio. Spesso passa inascoltato e silente, eppure ogni creatura ha una sua melodia con determinate regole e velocità. È molto raro sentire un’anima cantare, perché il ritmo del mondo è aggressivo, sovrasta le voci più deboli divorandole.
Nell’anima il ritmo è scandito dal cuore e dal fruscio del sangue, dalle cellule che corrono e dall’ossigeno che si dirama nei bronchi e che allarga il petto. A questo sottofondo si aggiunge la nenia, quel sussurro che ricalca una cadenza antica, una parlata conosciuta. È quest’ultima a rievocare i ricordi e a fare le fusa quando rintraccia se stessa in qualche motivetto o, con un po’ di fortuna, in un’altra anima.
Velocità del mondo e velocità dell’anima talvolta si sovrappongono, talvolta una prende l’avvento sull’altra. Spesso scorrono a due velocità, con un sottile disagio, una nostalgia per tempi sconosciuti.
