Il tempo delle luci

In una distesa di balli luminosi è difficile trovare l’esatta intermittenza luminosa. Il tempo concesso è limitato alla sola notte: con i primi raggi, i fievoli lumini impallideranno fino a scomparire del tutto. A volte non sono le tenebre, ma è il sole che fa piombare nell’ombra.

La ricerca del giusto segnale potrebbe essere considerata perfino vana, potrebbe sconfinare nell’impossibilità. Troppe variazioni dello stesso tema possono confondere fino all’annichilimento. Eppure la bellezza di questa danza muta e silenziosa rapisce l’animo.

Una piccola luce lancia il suo segnale, un codice di luce che spera possa essere compreso e decriptato da un suo simile. Si tratta solo di un singhiozzo di luce, un timido richiamo che si perde nella moltitudine di altri insetti, così simili, ma che che parlano una lingua del tutto estranea.

La ricerca si prolunga, si fa disperata, può terminare con un successo o può svanire al cospetto di una luce ancora più potente.

Annullamento

In un attimo tutto venne annullato: il rumore del traffico proveniente dalla strada, i passi in corridoio, il sibilo del fuoco in cucina, il parlottare dalla sala. Calò un silenzio innaturale, simile a quello che grava in una stanza perfettamente insonorizzata. Ma a essere insonorizzato è l’udito, è il cervello che si rifiuta di ascoltare, di anche solo sentire il trambusto della vita.

Si trattò di un attimo, una scheggia di solitudine in un mondo sovraffollato. Si chiuse la parentesi e si aprì un capitolo di sorrisi, frasi cortesi, battute spiritose. Il solito valzer grazioso, ma privo di vera sostanza che decora la vita di ogni giorno.

Quello spazio in cui tutto viene annullato rimane, però, sospeso nell’aria e nella mente, come un monito e come un desiderio pauroso.

Danze di colori

Le ombre che ho visto danzare non erano oscure, ma sgargianti come schegge di colori, taglienti come vetri. Ho visto danzare ombre che non temono la luce, ma si divertono a scherzare con i raggi.

Erano ombre delle mente, depurate dalla loro più oscura aurea. Erano ombre del cuore, custodite con affetto e gelosia. Erano ombre un po’ tristi e un po’ nostalgiche, ma ridevano come una volta.

Corpi senza corpi si libravano in aria. Materia inconsistente scivolava senza rumore. Attorno un caleidoscopio di forme che mutavano e scherzavano.

Nella terra delle ombre, i ricordi non rifuggevano la luce, ma la cercavano allegramente, come un’allodola rincorre il riflesso del sole.

Non c’è ragione

Non c’è ragione per rimanere e neppure per andare. Tutto sembra seguire il ritmo di una danza di folli, che non esiste e di cui ognuno balla una versione diversa.

Il mondo si è fatto grigio, ha perso i suoi colori, e con essi anche la sua grandezza. O forse era lui a essere troppo grande. Sentiva le sue ossa da gigante costrette in una prigione di divieti e dolori.

La regola è non deludere. La costante è la delusione. E il fallimento fa capolino con un ghigno di piacere o un sorriso di comprensione.

Il mondo cominciò a girare in senso inverso.