Venti

Non cercate di imprigionarmi. Sono uno, ma sono molti. Vago per la terra, per il mare, batto le montagne. Posso essere l’innocua brezza che scompiglia i capelli ad una ragazza, o trasformarmi in una potenza capace di sradicare alberi e alzare case.

Innalzo il mare con onde capricciose, a poco a poco sgretolo le montagne. Faccio cantare le rocce ed ululo nella notte. Gioco fra le foglie facendole secche danzare, mi nascondo tra i rami degli alberi facendoli oscillare

Mi insinuo nei vostri cuori, facendovi sentire odori di posti lontani. A volte porto un briciolo di follia, altre una certa afasia. Raduno le pecorelle di un’immenso pascolo azzurro.

Hanno cercato di chiudermi in un vaso, ma inutilmente. Mi hanno sfruttato, schiavizzato. A volte, però, mi ribello,e strappo le vele, abbatto le eliche. Sono il re dell’aria, una volta tanto amato quanto temuto.

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