Ho alzato e girato la sguardo, ma non ho incontrato altri sguardi, solo colli piegati verso il basso per guardare uno schermo luminescente.
Accanto alla critica legata ai passatempi troppo solitari, è stata posta la necessità di fare amicizie. Lo so, non sono il genere di persona che lega facilmente con gli altri, fin da piccola. Basti pensare che la maestra d’asilo fece notare ai miei genitori che avevo delle amicizie selettive. All’epoca non era una pecca insanabile di un carattere troppo introverso, era semplicemente un dato di fatto. Le cose non sono cambiate più di tanto con il tempo: continuo ad avere le mie amicizie, ma molto selettive. Non sono espansiva, non voglio piacere al mondo intero, non mi interessa avere la rubrica piena di nomi dei quali a stento mi ricordo la faccia.
Ora, però, la difficoltà di fare conoscenze è resa ancora più ostica da questa nuova gabbia, questo rettangolo che lega mente e occhi e che irritisce i sensi più di una maledizione. Strano come uno strumento così forte, che in effetti ha moltiplato le nostre possibilità e che ci permette di più libertà e informazioni, possa tramutarsi in un ostacolo. I ragazzi non parlano, i ragazzi guardano.
Quando sono entrata per la prima volta all’università, la realtà era diversa: quasi nessuno aveva uno smartphone, avevamo i cari, indistruttibili cellulari, che potevano essere lanciati nella borsa senza paura che subissero qualche danno. Per quanto mi riguarda, la conversione alla versione più tecnologica è avvenuto al quarto anno di università e non nego che le comodità che offre siano nettamente maggiori di quelle del macinino cui ero tanto affezionata.
In aula non ho mai assistito a scene come quelle che mi circondano quotidianamente. Che cosa trovi in quel cellulare o in quel tablet? Che cosa ti rapisce? Non lo so: quando ho del tempo libero leggo un libro, lo trovo più rilassante perché imprimo io il ritmo da dare, non subisco il martellare dei video di pochi secondi.
Abbiamo perso un pezzo di libertà? A vedere quegli sguardi fissi, penso proprio che sia così.