Uno straniero che viene dal mare.
Molti sono stati i naufraghi gettati dalle onde impietose su queste spiagge. Ma nessuno come lui. Non sembrava un disperato, macilento, ma aveva qualcosa di regale. Gli occhi erano una calamita, profondi come il mare, tristi, enigmatici.
Le fanciulle che mi accompagnavano erano già fuggite. Io no, rimasi, stregata. E gli porsi le vesti. Lo accompagnai a palazzo, da mio padre, tra gli sguardi curiosi dei cittadini. Una principessa accompagnata da uno straniero suscita sempre domande indiscrete.
Anche il re ne fu affascinato. Lo accolse come un suo pari, gli offrì un banchetto, chiamò gli aedi che cominciarono a cantare storie terribili, di eroi che avevano combattuto e che si erano persi, senza più riuscire a riabbracciare i propri figli.
Lo straniero ne era scosso. E cominciò a raccontare. E davanti a me comparvero creature leggendarie, sirene, maghe, tremende creature monocole figlie del dio del mare, compagni avventati.
Davanti a me un mondo sconosciuto. Terre lontane. Bastava solo prendere il mare, passare quei limiti così stretti dell’isola.
Padre, non voglio sposare lo straniero. Padre, io voglio vedere,scoprire, vivere.