Sento questi artigli che scalfiscono la pelle lasciando profonde tracce, spaccature colme di sangue ribollente di passioni e di dolori. Unghie impietose su carne tenera. Il dolore esplode come stelle che si affacciano sopra a un deserto in una notte che non conosce nuvole.
Questo dolore può essere vita. È il dolore che racconta di un passato da raccontare e di un futuro da sognare. È il dolore che riempie le fenditure di lava cangiante per poi suturare le ferite con un filo troppo chiaro. Ecco i segni indelebili di unghie crudeli, che l’egoismo ha piantato nel cuore come se fossero dieci pugnali affilati.
Sete e fame, caldo e freddo, stanchezza ed euforia, godimento e tortura, soddisfazione e vergnogna. Gli stiletti scavano per lasciare cicatrici nascoste, ma capaci di rendere anche la pelle più delucata una corazza.