Segreti

Il silenzio permeava la radura, figure immobili si confondevano con le rocce, gli alberi, la vegetazione che le avvolgeva. Si diceva che quello fosse un posto di stregonerie e magia della peggior specie. Non che le voci avessero tutti i torti, ma, come spesso accade, possono imboccare strada vicine alla verità, senza mai raggiungere quest’ultima.

Che quelle figure potessero essere considerate delle streghe probabilmente rispondeva al vero. Erano donne che credevano in un potere sovrannaturale, e che chiedevano a uno spirito silvestre vendetta per i torti subiti, aiuto per i sogni che stavano svanendo, preghiere di giovane che aveva un futuro incerto e di vecchie, che soffrivano un passato fin troppo certo.

Che quelle donne facessero sortilegi o lanciassero terribili malefici, però, era una costruzione di chi non tollera che ci siano persone pronte a ribellarsi alla vita riservata loro. Ciò che non si comprende, viene demonizzato: quelle donne divennero serve del diavolo stesso e, come tali, nemiche da temere e da eliminare, con il fuoco, con le forza e la violenza.

Ma le fiamme che distruggono la radura e che lambiscono in un abbraccio infernale le vittime sono ancora lontano da quell’angolo quieto di bosco. Ci sono solo loro, che guardano la luna in cielo e bevono in silenzio i raggi gelidi e puri di un corpo celeste capace di risplendere anche senza ardere.

Fuoco

Io sono fiamma. Fiamma che arde, che consuma, mangia, spezza.

Io sono fiamma. Fiamma che illumina le tenebre, che mitiga il freddo e allontana animali pericolosi.

Io sono fiamma. Debole lingua di colore che ora ha intrapreso un viaggio alla ricerca di qualcosa che ora non ho.

Così ho fatto visita a un cuore di ghiaccio incastonato nel petto di una persona incapace di amare. L’ho avvolto nel mio calore e ho sciolto la gabbia fredda che lo teneva prigioniero. E solo allora ne ho scorto la debolezza, le fragilità e un’immensa tristezza.

Ho dato fuoco a vecchi rancori che avevo l’aspetto di sterpaglie secche e abbandonate. E per poco non ne sono stato vittima. Il calore che emanavano era corrotto, il fumo un miasma velenoso. È stato faticoso e lungo, ma infine sono riuscito ad avere la meglio.

Ho visto le tenebre dell’anima. Ho tentato di illuminarle e talvolta ne sono stato anche capace. Tuttavia in molti cadi la mia luce è stata inghiottita, si è persa, nemmeno è riuscita a scalfire quell’armatura di buio.

Infine eccomi qua, mentre finalmente riesco a riunirmi a quel grande fuoco che arde. Non più fiamma singola e perduta, ma parte di qualcosa di più grande di me.