Eh, niente, il gatto morto.
Che gatto?
Non lo so, so solo che il gatto è morto. Un gatto qualsiasi, di un padrone qualsiasi, di una qualsiasi parte del mondo. Il gatto è morto.
Sicura di stare bene?
Io, certo, il gatto morto un po’ meno, o forse sta bene pure lui. Il fatto è che da qualche parte un gatto è morto. Forse nell’indifferenza di tutti. Ha fatto la sua vita, ha miagolato, ha lottato, si è lustrato il pelo e ha corteggiato gattine. E poi basta, si è lasciato cadere in un angolo lontano da occhi indiscreti, e solo, senza rimpianti e senza nemmeno troppo pensarci, il gatto è morto. Inutile piangerci sopra, inutile inalberare quella faccia sconsolata. La verità è questa.
La mia faccia sconsolata è per la tua salute mentale.
Ormai quel che è fatto è fatto. Non si può riportare in vita il gatto. Non si può riavolgere il tempo. Ormai che il gatto è morto, non si può fare niente. In realtà, non si è potuto mai fare niente. Non è vero?
Messa così, certo, hai ragione.
E allora ammettiamolo: ormai che è andata così, non stiamo a pensarci troppo.