È da un po’ che mi sembra di essere in una giostra, anche piuttosto spaventosa. A volte si raggiungono picchi vertiginosi, altre si piomba in basso, rischiando anche di schiantarsi al suolo. Non è un bel segno, lo so bene. Non è nemmeno divertente, almeno per me. Ho come la netta sensazione che alcuni lo trovino soddisfacente, ma faccio finta di non vedere e di non curarmene.
Ci sono stati momenti in cui pensavo che tutto prima o poi si sarebbe sistemato, con un po’ di tenacia e perseveranza si risolve sempre tutto. Ma non è andata in questo modo. Sarà che ho commesso un po’ di errori e che odio i fronzoli che ora vanno tanto di moda.
Ho visto più porte chiuse che spiragli aperti. Ho pure cercato di sfondarne qualcuna. Risultato: lussazione della spalla e una certa rabbia. Sono convinta che prima o poi questa rabbia mi farà esplodere, quindi, se il fato, la fortuna o chi per esso non si decide a darsi una mossa, mi muovo io, sperando che almeno questa funzioni. Il gioco si sta dilungando, e quindi è ora di trovare la risoluzione.
O forse la risoluzione è sempre stata là davanti. E tutte le porte chiuse altro non erano che muri di un corridoio che portavano esattamente in quel punto. Ora basta solo fabbricare la chiave.
