Tutti in carrozza – Pt 1

Era arrivato il momento di andare, trascinando una valigia piena di ricordi e di cianfrusaglie, un cuore colmo di nostalgia e di timore. La paura è la migliore amica di qualsiasi viaggiatore che non sia un avventuriero incallito. Si lascia alle spalle la certezza per poi gettarsi fra le braccia dell’ignoto.

Andrea era in attesa sulla banchina con stretta in mano la maniglia della valigia. Non che volesse partire, ma doveva. E si era guadagnato un fantastico biglietto di terza classe che lo avrebbe portato in terre poco conosciute dall’uomo. Andrea aveva perso tutto, e quindi doveva cominciare di nuovo dal nulla.

Il treno si fermò con un rumore di ferraglia e sbuffi degni di un mostro delle leggende. Guardò i suoi compagni: avevano abiti scuri e consunti dalla povertà. Lontano, ben lontano dal ventre incandescente della locomotiva, poteva intravvedere un vezzoso ombrellino rosso con ricami dorati.

Foresta

Un labirinto naturale in cui perdersi. Entri e non sai quale sia l’uscita. Alle spalle le terre conosciute e familiari, dove echeggiano le voci note e le strade portano in luoghi amati. Davanti un mondo inesplorato.

Invece decidi di mettere piede nella foresta. Senti i richiami di uccelli sconosciuti, vedi occhi fuggitivi che ti osservano guardigni. Senti ostilità, gli alberi non sono domestici e disegnano paurose figure. Eppure procedi, con il cuore che batte, con la paura che scorre nelle vene.

E procedi, senza neppure pensare all’uscita. È un luogo affascinante, terribile, certo, ma irresistibile. L’ignoto, il proibito ti chiama. E tu rispondi.

E allora perditi. Nella tua pazzia, nella tua follia.